I LUOGHI DEL CUORE NON ESISTONO

A forza di viaggiare di qua e dì là, negli anni ho trovato vari posti sparsi per il mondo che ho eletto a “miei luoghi del cuore”. E cosa c’è di più bello che poterli consigliare a chi è in partenza?

Eppure a pochi giorni di distanza mi sono successe due cose che mi hanno aperto gli occhi su cosa significa avere un luogo di elezione e di quanto sarebbe sempre meglio considerarli come posti immaginari, perché è lì che ognuno di noi costruisce il loro mito.

Primo aneddoto.

Pochi giorni fa una ragazza che lavora con me, durante un pranzo mi dice che sogna di vedere Cape Town. Al che, io che in Sudafrica ci sono stata, prima gli smonto Cape Town, poi Cape Point e infine inizio a decantare Buffalo Bay, la mia adorata Buffalo Bay. Una grande spiaggia che lambisce la costa meridionale del Sudafrica, appena sotto il villaggio di Knysna, lungo la splendida garden route.

A parole devo essere stata convincente perché appena tornate in ufficio ha voluto che gli mostrassi Buffalo Bay su google image. E’ stato in quel momento che è finito l’incantesimo, la proiezione che avevo costruito nella sua mente non ha retto il confronto con la realtà. L’espressione della sua faccia nel vedere le foto era di quando ti trovi di fronte al un minestrone quando ti aspetti una torta al cioccolato

Secondo aneddoto.

Un mio amico doveva andare per la prima volta a Cuba, quando mi ha chiesto dei consigli mi sono assicurata che passasse dalla cittadina di Remedios, la mia amata Remedios. Al suo ritorno ci ha tenuto a dirmi quanto intensamente mi avesse “pensata” in viaggio nel momento in cui ha messo piede a Remedios.

Ma facciamo un passo indietro. Convinto dal mio entusiasmo e pieno di aspettative aveva prenotato dall’Italia ben tre notti nella cittadina, ma quando con sua moglie fresca di matrimonio sono arrivati una domenica all’ora di pranzo hanno trovato la LORO Remedios: un posto nuclearizzato, bruciato sotto un sole a cocente e senza nulla da fare.

“Gio’, ma che caxxo c’era a Remedios?” mi ha chiesto al ritorno.

Ora vi dico quello che invece rappresentano per me Buffalo Bay e Remedios.

 A Buffalo Bay mi sono immaginata di essere a piedi penzoloni sull’ultimo muretto prima del fondo del mondo.

Come si fa a percepire questo guardando una foto su google image? Amare Buffalo Bay vuol dire guardare il mare e pensare che da lì in giù non esiste più l’uomo, solo acqua e ghiaccio. La spiaggia è immensa, bianca e selvaggia e all’orizzonte ci sono le sagome dei ragazzi in controluce che fanno surf al tramonto. I gabbiani ti passeggiano a fianco, in fondo alla spiaggia c’è un villaggio di pescatori e tra la sabbia ci sono delle conchiglie  viola e gialle che sembrano finte (le conchiglie della foto sono proprio quelle che ho raccolto a Bufalo Bay)

Remedios invece l’ho eletta perché è vera, e Cuba è vera quando non c’è niente da fare.

Dormivo in una casa particular dalla quale la prima notte volevo fuggire e da dove dopo tre giorni non volevo partire. La mia stanza era abbastanza squallida e affacciava su un terrazzo immerso tra tegole rosse, macerie, muri scrostati, mobili in ferro battuto bianco, antenne della televisione, alberi e piante. Eppure questo terrazzo è diventato il posto dove amavo tornare, svegliarmi e scrivere. La cittadina è sonnolenta e piena di adolescenti, la sera l’unica piazza si riempie del loro vociare, le ragazze si vestono provocanti e i maschietti impomatati fanno i duri. Gli adulti stanno seduti sui gradini di casa a prendere il fresco o davanti alla televisione, vivono in queste strane case tutte aperte con i soffitti alti, le colonne nelle sale che sembrano saloni per le feste e che loro arredano con la miseria che hanno. Sono sorridenti e salutano tutti. Sempre.

Io passavo le serate appollaiata al bancone del polveroso bar all’angolo della piazza, a bere Mojito, a parlare con il personale del bar e a osservare i ragazzi radunati a gruppetti intorno alla fontana.

Di giorno per le strade di Remedios circola di tutto: carretti tirati da cavalli  che trasportano persone, fasci d’erba o taniche, uomini a cavallo con il cappello da cowboy e gli stivali di gomma , strane biciclette con due posti dietro, gente a piedi, camion carichi di gente di ritorno dal lavoro nei campi. Di macchine ce ne sono pochissime.

IMG_0558
Mercato di Remedios

Poco distante da Remedios c’è un villaggio decadente che si chiama Carabeien, ma ai tempi dei coloni doveva essere fastoso. Da quando è stato abbandonato dai ricchi spagnoli è stato occupato da una popolazione di poveracci che non vedono il bello e che non percepiscono la differenza che c’è tra vivere in una porcilaia e abitare in una cosa coloniale. E’ tutto in rovina, eppure le facciate delle case sono dipinte di color pastello, verde poi celeste, poi rosino, lilla, arancione, una di seguito all’altra. Anche la frutta in vendita in mezzo alla strada è scenografica, carretti stracolmi di banane gialle, papaye verdi e altra frutta sconosciuta e colorata illumina il grigiore delle case in decomposizione.

Insomma questa è la mia Remedios, il posto dove sarei rimasta perché è l’unico dove ho sentito di non aver bisogno di vedere altro per capire Cuba.

Ma Buffalo Bay e Remedios sono emozioni e non luoghi, non bisogna confonderli. Quello che ho capito in questi giorni e che gli altri troveranno il loro luogo del cuore e sarà il posto che più risponde al desiderio che li ha spinti a partire.

Quanto a me continuerò a sognare la dolce indolenza di Remedios e l’epica spiaggia di Buffalo Bay, perché ogni geografia corrisponde a un temperamento, l’importante è trovarla (cit M . Onfray)

Cape Point
Capo di Buona Speranza – Sudafrica

2 thoughts on “I LUOGHI DEL CUORE NON ESISTONO”

  1. Mi sembra bellissimo quello che tu ha scritto, infatti tu non hai visto i luoghi come erano nella loro realtà, ma tu ne hai captato l’essenza, essenza che è l’animo stesso del luogo, ma ben pochi sono in grado di captarla, per farlo occorre tanta, tanta sensibilità. Sono i colori, le sensazioni, le penombre che parlano al cuore e ti fanno amare un luogo più di una altro, rendendolo speciale e stupendo!

    1. Ciao Biancamano, grazie per il tuo bellissimo commento, non so se ne ho davvero colto l’essenza, che credo sia percepita diversamente da persona a persona, ma il solo fatto di poter ricordare certi luoghi distanti dal mio quotidiano come se fossero diventati un po’ anche miei è la risposta che cerco da ogni mio viaggio!

Lascia un commento